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Il governatore d'Abruzzo scende in campo

di Gino Di Tizio

Per difendere la sua credibilità

Leggo un post su facebook, mezzo molto usato dai politici locali, nel quale il presidente della regione Luciano D'Alfonso tra l'altro afferma: "l'integrità e la buona reputazione sono un bene fondamentale per ogni persona, ma lo sono in particolare per coloro che scelgono di impegnarsi nella politica.

Chi si propone al giudizio degli elettori -continua il governatore d'Abruzzo- per il governo della cosa pubblica, lo fa forte di idee e progetti, ma anche e soprattutto della sua credibilità personale.

Attaccare questo bene con insinuazioni dal chiaro intendimento diffamatorio significa colpire la persona nella sua dimensione pubblica, e non contestare questa o quella proposta, questa o quella iniziativa che quella persona sta portando avanti."

Sono parole che meritano certamente attenzione e riflessione soprattutto su un punto: tolleranza zero per attacchi non giustificati alla credibilità personale di chi fa politica.

Ma per farlo davvero bisogna impegnarsi a colpire la fonte da cui spesso si abbeverano i diffamatori o, forse meglio detto, chi vuole speculare sulle disgrazie dell'avversario politico per cercare profitti personali o alla causa che rappresenta. Cosa voglio dire?

Semplicemente che bisogna finalmente dare senso compiuto al significato che devono avere gli avvisi di garanzia, che sono spesso alla base di percorsi che portano a sfruttarli per diffamare chi viene colpito, quindi bisogna impegnarsi ad usarli come un momento di accertamento di fatti.

Una fase che non giustifica minimamente l'allestimento di gogne mediatiche per chi ci capita.

Alla fine è davvero un problema di civiltà ed anche di rispetto vero per quella giustizia giusta di cui tanto si parla.

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